martes, 25 de junio de 2013

…Signore e Re, dammi di vedere i miei peccati e di non condannare mio fratello…
La Quaresima nella tradizione bizantina.
            Digiunando dai cibi, anima mia, senza purificarti dalle passioni, invano ti rallegri per l’astinenza, perché se essa non diviene per te occasione di correzione, sei in odio a Dio come menzognera e ti rendi simile ai ­perfidi demoni che non si cibano mai. Non rendere dunque inutile il digiuno peccando, ma rimani irremovibi­le sotto gli impulsi sregolati, facendo conto di stare presso il Salvatore crocifisso, o meglio di essere croci­fissa insieme a Colui che per te è stato crocifisso, gridando a lui: Ricòrdati di me Signore, quando verrai nel tuo regno.

            Questo tropario della terza settimana della pre-quaresima nella tradizione bizantina, riassume in modo bello ed incisivo allo stesso tempo quello che è il periodo quaresimale di qualsiasi tradizione cristiana: il digiuno e l’astinenza sono vani se non corrispondono ad una vera conversione del cuore: …e ti rendi simile ai ­perfidi demoni che non si cibano mai…; quindi il cammino quaresimale come vera partecipazione alla croce di Cristo: … ma rimani irremovibi­le sotto gli impulsi sregolati, facendo conto di stare presso il Salvatore crocifisso, o meglio di essere croci­fissa insieme a Colui che per te è stato crocifisso…

Nella tradizione bizantina il periodo di dieci settimane che precede la Pasqua viene chiamato Triodion (nome che indica le tre odi bibliche cantate nell’ufficiatura mattutina), e comprende l’insieme del periodo della pre Quaresima e della Quaresima. Il periodo pre quaresimale è comune a tutte le tradizioni liturgiche cristiane, dal Triodion bizantino, al Digiuno dei Niniviti siriaco, al Digiuno di Giona dei copti, alla Septuagesima nell’antica tradizione latina. La Quaresima bizantina vera e propria comprende quaranta giorni, dal lunedì della prima settimana al venerdì prima della Domenica delle Palme. La Quaresima bizantina fa svolgere le settimane dal lunedì alla domenica, vedendo il cammino settimanale verso la domenica come tipo della stessa Quaresima verso la Pasqua. Inoltre fa una chiara distinzione tra il sabato e la domenica e gli altri giorni settimanali: nei primi c'è la celebrazione della Divina Liturgia (le domeniche con l’anafora di san Basilio, ed il sabato con quella di san Giovanni Crisostomo), mentre non c'è nei giorni feriali, in cui si celebra soltanto l’ufficiatura delle ore. Nel mercoledì ed il venerdì si celebra la Liturgia dei Presantifica­ti, cioè la comunione col Corpo ed il Sangue del Signore, che sono stati consacrati la domenica precedente; si tratta di un rito di comunione inserito nella celebrazione del vespro.
La Quaresima bizantina è un periodo molto ricco nella scelta dei testi biblici: salmi, letture; nell'innografia e nelle letture dei Padri. I testi innografici si soffermano sopratutto nel tema dell'anima umana, dominata dal peccato, che trova per mezzo della Quaresima la possibilità della salvezza. Per quanto riguarda la lettura del salterio, la liturgia bizantina quaresimale ne fa una lettura continua ben due volte alla settimana, e le letture bibliche vengono proposte come lettura continua: Genesi e Proverbi al vespro, e Isaia all'ora sesta. Indichiamo le diverse domeniche della pre-Quaresima e della Quaresima, con le pericope evangeliche lette in esse e sottolineandone alcuni aspetti importanti:
Pre-Quaresima. Quattro domeniche dalla decima prima di Pasqua: Domenica del publicano e del fariseo: Lc 18,10-14; Domenica del figlio prodigo: Lc 15,11-32; Domenica di Carnevale o del giudizio finale: Mt 25,31-46; Domenica dei latticini e di Adamo ed Eva: Mt 6,14-21. In queste quattro domeniche troviamo i grandi temi che segneranno il percorso quaresimale: l'umiltà -domenica del pubblicano e del fariseo; il ritorno a Dio misericordioso -domenica del figlio prodigo; il giudizio finale -domenica di carnevale-, il perdono -domenica dei latticini. In quest’ultima domenica viene  commemorata l'espulsione di Adamo del paradiso: Adamo, creato da Dio per vivere in comunione con lui nel paradiso, a causa del peccato ne è stato cacciato, ma nella Quaresima comincia il cammino di ritorno che culminerà quando Cristo stesso, nel mistero pasquale, scende negli inferi e gli dà la sua mano per levarlo dalla morte e riportarlo al paradiso, che nei tropari di questa domenica dei latticini viene quasi personificato nella preghiera della Chiesa: O santo paradiso piantato per me e che Eva fecce chiudere, prega il Creatore mio e anche tuo che io possa essere colmato dai tuoi fiori… Alla fine del vespro della quarta domenica si fa il rito del perdono con cui si inizia la Quaresima.
Quaresima. Dura quaranta giorni, con cinque domeniche. In ognuna di esse vediamo un doppio aspetto: da una parte le pericopi bibliche lette che seguono un cammino di catecumenato nella preparazione al battesimo; dall’altra parte gli aspetti più storici o agiografici che segnano ognuna delle domeniche. Domenica dell'Ortodossia: Gv 1,44-52, la vocazione di Filippo e Natanaele come modello della vocazione di ogni uomo alla sequella di Cristo; inoltre in questa domenica la Chiesa bizantina celebra il trionfo dell'ortodossia sull'iconoclasmo e il ristabilimento della venerazione delle icone. Domenica di San Gregorio Palamas: Mc 2,1-12, la fede del paralitico che viene portato a Cristo. Si celebra anche la memoria di Gregorio Palamas (1296-1359), importante teologo della tradizione bizantina. Domenica dell'esaltazione della santa Croce: Mc 8,34-9,1, invito a prendere la croce e seguire Gesù. La terza domenica è dedicata alla venerazione della Croce vittoriosa di Cristo; la Croce viene portata solennemente al centro della chiesa e venerata dai fedeli; e lì rimane per tutta la settimana. I testi dell'ufficiatura sottolineano sopratutto la croce come luogo di vittoria e di gioia, non luogo di sofferenza. Uno dei tropari canta: Salve, Croce vivificante del Signore, paradiso della Chiesa e nuovo albero della vita, che ci procuri la gioia di una gloria senza fine... dacci di contemplare le Sofferenze del Signore e la sua santa Risurrezione. Domenica di San Giovanni Climaco: Mc 9,17-31, guarigione dell’indemoniato. Domenica di Santa Maria Egiziaca: Mc 10,32-45, annuncio della risurrezione. Vengono proposti in queste due domeniche due testimoni importanti dell'ascetis­mo cristiano: Giovanni Climaco (+ verso 680), abate del monastero del Sinai e modello di ascesi attraverso un testo diventato poi famoso tra i testi ascetici, la Scala Paradisi; e Maria Egiziaca (prostituta alessandrina convertitasi alle porte del Santo Sepolcro a Gerusalemme), modello di pentimento e di ascesi. Il sabato della quinta settimana si celebra l’inno Akathistos, che è un’ufficiatura dedicata alla Madre di Dio.
L’ultima settimana di Quaresima, la sesta, ha come centro Lazzaro, l’amico del Signore, nel percorso della sua malattia, la sua morte e la sua risurrezione. Chiamata Settimana delle Palme, ci fa seguire il cammino di Gesù verso Bettania e quindi verso Gerusalemme; i testi liturgici ci avvicinano in un modo quasi tangibile a questo cammino che Gesù porta a termine, ma sopratutto ci fanno avvicinare a quello che si manifesterà pienamente nei giorni della Settimana Santa, cioè la filantropia di Dio manife­stata in Gesù Cristo, il suo amore reale e concreto per l'uomo. Il lunedì ci introduce al cammino di Gesù verso Betania: Oggi la malattia di Lazzaro viene manifestata a Cristo, che si trattiene al di là del Giordano… Prepa­rati Betania, adorna i tuoi sentieri per accogliere il tuo Dio… verrà il Signore per risuscitare un nativo di questa terra... Il martedì prosegue col processo della malattia; i testi sottolineano la pedagogia voluta da Cristo anche dal suo attardarsi al di là del Giordano. Martedì al vespro e mercoledì parlano già della morte e quindi della sepoltura di Lazzaro: In questo giorno Lazzaro consegna lo spirito, Betania si lamenta e piange colui che tu, Salvatore, risusciterai dai morti per raffermare nel tuo amico la fede nella tua divina risurrezione che calpesta la morte e ci dà la vita…. Nel giovedì troviamo sottolineata già la vittoria di Cristo sulla morte: Lazzaro è nella tomba da due giorni e le sue sorelle Marta e Maria fanno lutto per lui… coi suoi discepoli si avvicina il Creatore per spogliare la morte e darci la vita… I testi del sabato mescolano il tema della risurrezione di Lazzaro e quello della risurrezione di Gesù: Volendo vedere la tomba di Lazzaro, o Signore, tu che volontariamente ti accingevi ad abitare una tomba, domandi: Dove l'avete messo? E, imparando ciò che già sapevi, gridi a colui che ami: Lazzaro, vieni fuori! E obbedì l'inanime a colui che gli dona il respiro, a te Salvatore delle nostre anime. Tutta la sesta settimana di Quaresima quindi viene inquadrata in questa contemplazio­ne dell'incontro ormai vicino tra Gesù e la morte, quella dell'amico per primo, quella propria la settimana dopo, e i testi liturgici riescono a coinvolgerci in questo cammino di Gesù verso Betania, verso Gerusalemme; nella liturgia bizantina non siamo mai degli spettatori, siamo sempre parteci­panti, siamo sempre concelebran­ti, presenti nella liturgia e nell'evento di salvezza che la liturgia celebra. Col vespro del sabato di Lazzaro si conclude il periodo quaresimale: Al termine della quaresima benefica per l’anima, acclamiamo: Gioisci, città di Betania, patria di Lazzaro; gioite, Marta e Maria, sue sorelle, perché domani viene il Cristo a ridar vita con la sua parola al vostro fratello morto: udendone la voce, l’ade amaro e insaziabile… renderà libero Lazzaro stretto nelle bende… (vespro del sabato di Lazzaro).

            Lungo tutta la Quaresima, la tradizione bizantina recita alla fine di tutte le ore dell’ufficiatura la preghiera attribuita a sant’Efrem il Siro, un testo che riassume il cammino di conversione di ogni cristiano nel suo ritorno al Signore:
Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di pigrizia, d’indolenza, di superbia, di vaniloquio.
Dà a me, tuo servitore, uno spirito di sapienza, di umiltà, di pazienza e di amore.
Sì, Signore e Re, dammi di vedere i miei peccati e di non condannare mio fratello, perché tu sei benedetto nei secoli. Amin.

P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco
Roma
Nota: Pubblicato all’Osservatore Romano, 25 febbraio 2009



La quaresima nella tradizione bizantina
Per non rendere inutile il digiuno

di Manuel Nin
"Digiunando dai cibi, anima mia, senza purificarti dalle passioni, invano ti rallegri per l'astinenza, perché se essa non diviene per te occasione di correzione, sei in odio a Dio come menzognera e ti rendi simile ai perfidi demoni che non si cibano mai. Non rendere dunque inutile il digiuno peccando, ma rimani irremovibile sotto gli impulsi sregolati, facendo conto di stare presso il Salvatore crocifisso, o meglio di essere crocifissa insieme a Colui che per te è stato crocifisso, gridando a lui:  ricordati di me Signore, quando verrai nel tuo regno". Questo tropario della terza settimana della pre-quaresima nella tradizione bizantina, riassume in modo incisivo quello che è il periodo quaresimale di qualsiasi tradizione cristiana:  il digiuno e l'astinenza sono vani se non corrispondono a una vera conversione del cuore.

Nella tradizione bizantina il periodo di dieci settimane che precede la Pasqua viene chiamato Triodion - nome che indica le tre odi bibliche cantate nell'ufficiatura mattutina - e comprende la pre-quaresima e la quaresima. Il periodo pre-quaresimale è comune a tutte le tradizioni liturgiche cristiane, dal Triodion bizantino, al Digiuno dei niniviti siriaco, al Digiuno di Giona dei copti, alla Settuagesima nell'antica tradizione latina.
La quaresima bizantina vera e propria comprende quaranta giorni - dal lunedì della prima settimana al venerdì prima della domenica delle Palme - e svolge le settimane dal lunedì alla domenica, presentando il cammino settimanale verso la domenica a modello della stessa quaresima verso la Pasqua. Inoltre fa una chiara distinzione tra il sabato e la domenica e gli altri giorni:  nei primi si celebra la Divina liturgia (domenica con l'anafora di san Basilio, sabato con quella di san Giovanni Crisostomo), mentre nei giorni feriali solo l'ufficiatura delle ore, con l'aggiunta durante il vespro del mercoledì e del venerdì della liturgia dei Presantificati, cioè la comunione con il Corpo e il Sangue del Signore consacrati la domenica precedente.
La quaresima bizantina è un periodo molto ricco nella scelta dei testi biblici:  salmi, letture; nell'innografia e nelle letture dei padri. I testi innografici si soffermano soprattutto sul tema dell'anima umana, dominata dal peccato, che trova per mezzo della quaresima la possibilità della salvezza. Nelle quattro domeniche della pre-quaresima troviamo i grandi temi che segneranno il percorso quaresimale:  l'umiltà (domenica del pubblicano e del fariseo); il ritorno a Dio misericordioso (domenica del figlio prodigo); il giudizio finale (domenica di carnevale), il perdono (domenica dei latticini). In quest'ultima domenica viene commemorata l'espulsione di Adamo dal paradiso:  Adamo, creato da Dio per vivere in comunione con lui nel paradiso, a causa del peccato ne è stato cacciato, ma nella quaresima comincia il cammino di ritorno che culminerà quando Cristo stesso, nel mistero pasquale, scende negli inferi e gli dà la sua mano per levarlo dalla morte e riportarlo in paradiso, che viene quasi personificato nella preghiera della Chiesa. Alla fine del vespro della quarta domenica si celebra il rito del perdono con cui si inizia la quaresima.
La quaresima dura quaranta giorni, con cinque domeniche. In ciascuna di esse vediamo un doppio aspetto:  da una parte le letture bibliche che preparano al battesimo, dall'altra gli aspetti storici o agiografici. Nella domenica dell'ortodossia la vocazione di Filippo e Natanaele è modello della vocazione di ogni essere umano e si celebra il trionfo dell'ortodossia sull'iconoclasmo e il ristabilimento della venerazione delle icone. Nella domenica di san Gregorio Palamas si ricorda la fede del paralitico guarito da Cristo. La domenica dell'esaltazione della santa Croce è dedicata alla venerazione della Croce vittoriosa di Cristo, portata solennemente al centro della chiesa e venerata dai fedeli per tutta la settimana come segno di vittoria e di gioia, non di sofferenza. Nella domenica di san Giovanni Climaco, modello di ascesi, si celebra la guarigione dell'indemoniato, e in quella di santa Maria Egiziaca, modello di pentimento, l'annuncio della risurrezione. Il sabato della quinta settimana si canta l'inno Akathistos, ufficiatura dedicata alla Madre di Dio.
La sesta e ultima settimana di quaresima, chiamata delle Palme, ha come centro la figura di Lazzaro, l'amico del Signore, dal momento della malattia, fino alla morte e alla sua risurrezione. I testi liturgici ci fanno avvicinare a quello che si manifesterà pienamente nei giorni della Settimana santa, cioè la filantropia di Dio manifestata in Cristo, il suo amore reale e concreto per l'uomo. Tutta la settimana viene inquadrata nella contemplazione dell'incontro ormai vicino tra Gesù e la morte, quella dell'amico per primo, quella propria la settimana dopo. I testi liturgici riescono a coinvolgerci in questo cammino di Gesù verso Betania, verso Gerusalemme. Nella liturgia bizantina non siamo mai spettatori, ma sempre partecipanti e concelebranti, presenti nella liturgia e nell'evento di salvezza che la liturgia celebra. Col vespro del sabato di Lazzaro  si  conclude  il  periodo  quaresimale.
Lungo l'intera quaresima, la tradizione bizantina recita alla fine di tutte le ore dell'ufficiatura la preghiera attribuita a sant'Efrem il Siro, che riassume il cammino di conversione di ogni cristiano:  "Signore e sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di pigrizia, d'indolenza, di superbia, di vaniloquio. Dà a me, tuo servitore, uno spirito di sapienza, di umiltà, di pazienza e di amore. Sì, Signore e re, dammi di vedere i miei peccati e di non condannare mio fratello, perché tu sei benedetto nei secoli".

P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco
Roma
Nota: Pubblicato all’Osservatore Romano, 25 febbraio 2009