O tu che per me come me ti sei fatto povero…
L’Ascensione del Signore nella tradizione bizantina.

In diversi dei tropari
troviamo delle espressioni veramente toccanti per la loro umanità che servono
ad indicare la divinità del Verbo di Dio: Tu che, senza separarti dal seno
paterno, o dolcissimo Gesú, hai vissuto sulla terra come uomo, oggi dal Monte
degli Ulivi sei asceso nella gloria: e risollevando, compassionevole, la nostra
natura caduta, l=hai fatta sedere con te accanto al Padre… Sono
delle espressioni che ci ricollegano al canto dei Lamenti del Sabato Santo. Inoltre
troviamo il tema della glorificazione della nostra natura umana caduta e
redenta.
Nella celebrazione del
vespro troviamo le tre letture dell’Antico Testamento: Is 2, 2-3: la profezia
dei popoli che salgono al monte del Signore, luogo della gloria di Dio; i padri
hanno letto questo monte e questa gloria nella vera incarnazione del Verbo di
Dio. Is 62,10-63,9: la profezia del Signore che torna, con i vestiti rossi; i
Padri leggono il brano come profezia cristologica dell’incarnazione e della
passione di Cristo. Zac 14,1-11: il Signore che si manifesta sul monte degli
Ulivi di fronte a Gerusalemme.
Per quanto riguarda il mattutino, la
pericope evangelica è quella dell’Ascensione secondo Marco, mentre nella Divina
Liturgia la pericope è di Luca. Alcuni dei tropari sono di Romano il Melode:
Compiuta
l=economia a nostro favore, e
congiunte a quelle celesti le realtà terrestri, sei asceso nella gloria, o
Cristo Dio nostro, senza tuttavia separarti in alcun modo da quelli che ti
amano; ma rimanendo inseparabile da loro, dichiari: Io sono con voi, e nessuno
è contro di voi.
Lasciate
sulla terra ciò che è della terra, abbandonate ciò che è di cenere alla polvere
e poi venite, eleviamoci, leviamo in alto occhi e mente, alziamo lo sguardo e i
sensi verso le porte celesti, pur essendo mortali; immaginiamo di andare al
Monte degli Ulivi e di vedere il Redentore portato da una nube: di là infatti
il Signore è asceso ai cieli; di là, lui che ama donare, ha distribuito doni ai
suoi apostoli, consolandoli come un padre, confermandoli, guidandoli come figli
e dicendo loro: Non mi separo da voi: io sono con voi e nessuno è contro di
voi.
Io sono con voi e nessuno è contro di voi. La presenza del
Signore in mezzo ai suoi. Di questa realtà della nostra fede ce ne dà anche una
lettura chiara l’icona della festa. Dietro l=icona dell=Ascensione
ci sono due testi chiari: Lc 24,50-53: Mentre li benediceva, si staccò da loro
e fu portato verso il cielo... e Atti 1,9-11: ecco due uomini in bianche
vesti si presentarono a loro e dissero: Questo Gesù che è stato assunto di tra
voi... tornerà un giorno... L=immagine è
divisa in due parti ben distinte: nella parte superiore c=è Cristo
assiso su un trono, immobile nella sua gloria, sostenuto da due angeli. Nella
parte inferiore c=è la Madre
di Dio, gli apostoli e due angeli in bianche vesti. L=icona dell=Ascensione
-la stessa festa dell=Ascensione-
contempla Cristo nel suo innalzarsi, sostenuto dagli angeli, ma allo stesso
tempo è anche l=icona del
ritorno glorioso di Cristo: tornerà un giorno allo stesso modo... Dalla
sua Ascensione fino al suo ritorno Cristo presiede la sua Chiesa -nell=icona vediamo
Cristo che dal suo trono presiede la Chiesa formata dagli apostoli, presiede la
preghiera della Chiesa. L=atteggiamento
di Maria è sempre lo stesso: la preghiera. Essa no guarda in alto -in quasi
nessuna icona dell=Ascensione-,
ma guarda di fronte, essa stessa guarda la Chiesa a ricordarla la necessità
della veglia, della preghiera. Icona dell=Ascensione
di Cristo, ma anche l=icona della
Chiesa nata dalla croce di Cristo, icona della Chiesa che vive da e nella
preghiera della comunità e dalla testimonianza degli apostoli, di tutti noi,
mentre è nella attesa del ritorno del suo Signore.
P. Manuel
Nin
Pontificio
Collegio Greco