miércoles, 3 de septiembre de 2014

Il Natale nella tradizione Siro Occidentale.
Benedetto il Bimbo che ringiovanisce Adamo ed Eva!
            L'anno liturgico siro occidentale celebra la festa del Natale di Cristo, la “Nascita di nostro Signore nella carne”, in un periodo liturgico vero e proprio che inizia il 25 dicembre e si protrae fino al 5 gennaio, un periodo preparato dalle sei domeniche degli Annunzi, e che ha una durata di due settimane con due feste: quella delle Congratulazioni alla Madre di Dio il giorno 26 in cui, come le altre tradizioni liturgiche orientali, e sempre nel giorno successivo a tutte le altri grandi feste liturgiche, si celebra il personaggio umano attraverso cui Dio porta a termine il suo mistero di salvezza; quindi la festa della Circoncisione del Signore il 1 gennaio.
I testi dell’ufficiatura del Natale nella tradizione siro occidentale sottolineano molto chiaramente la divino umanità del bimbo nato a Betlemme, ed i testi biblici scelti nelle diverse ore indicano la lettura in chiave cristologica che viene fatta sia dei salmi che delle pericope bibliche. I salmi che troviamo nelle tre parti in cui si divide l’ufficiatura notturna, sono dei salmi che la tradizione cristiana ha interpretato sempre in riferimento a Cristo: salmi 2 e 44; salmi 46 e 71; salmi 88 e 94. Le letture bibliche fatte nella terza parte del mattutino sono delle pericope anch’esse chiaramente messianiche: Gen 21, la promessa ad Abramo e la nascita di Isacco; 1Sa 1: la nascita di Samuele; Is 7: la profezia dell’Emmanuele; Dn 2: la pietra non tagliata da mano d’uomo; 1Gv 4,11: il Figlio mandato dal Padre come Salvatore; Ga 4,1: il Figlio di Dio nato da donna. Le pericope evangeliche nelle diverse ore, proclamano tutto il mistero della manifestazione del Figlio e Verbo di Dio, e che troviamo anche rappresentato nell’icona della festa: al vespro Gv 1: l’esistenza eterna del Verbo di Dio; Lc 2: la nascita di Cristo e l’annuncio ai pastori, all’ufficiatura notturna; Mt 2: l’annuncio ai magi all’ufficiatura del mattino; come in tutte le tradizioni orientali il mistero della nascita e della manifestazione del Verbo di Dio va dalla sua nascita, all’annuncio ai pastori, quindi a quello ai magi di Oriente. I diversi testi della festa sottolineano con delle immagini molto vive e volutamente contrastanti il mistero dell’incarnazione del Verbo eterno di Dio: “…il tuo Figlio, il Primo e l’Ultimo, Dio ed uomo, velato e manifesto…”. “Tu che mandi la pioggia e la rugiada sulla terra, adesso la figlia dell’uomo ti nutre con delle gocce di latte…”; “…Tu che siedi su un trono di gloria e fai muovere tutte le cose, adesso gattoni a Betlemme come un bimbo...”.
            Efrem il Siro, nella sua raccolta di inni sulla natività di Cristo enumera, come in processione davanti alla grotta di Betlemme, tutti coloro che coi loro doni annunciano i misteri della redenzione adoperata da Cristo stesso. I primi ad accorrere a questa processione sono i pastori; essi "vennero a portare beni del gregge: latte dolce, carne pura, belle lodi. Divisero e diedero: a Giuseppe la carne, a Maria il latte, e al Figlio la lode". Quindi Efrem accosta il mistero dell'offerta dei doni da parte dei pastori all'offerta di Cristo stesso sulla croce: "Portarono ed offrirono un agnello da latte all'Agnello pasquale, un primo nato al Primogenito, un sacrificio al Sacrificio, un agnello transitorio all'Agnello vero…". Alla processione verso la grotta, Efrem fa accorrere anche giovani e vergini, anziani e vedove: "…si destarono le spose e si santificarono; le vergini e si fecero caste; anche le fanciulle si resero pure…". E la presenza di tutte le schiere, specialmente di vedove ed anziani, alla lode della grotta di Betlemme, Efrem la collega con Adamo ed Eva, invecchiati nell'attesa dell'adempimento delle promesse e rinnovati dalla nascita di Cristo: "Gli anziani proclamavano: «Benedetto il bimbo che ha ringiovanito Adamo! Lui era triste al vedersi invecchiato e consunto… Benedetto il bimbo grazie al quale sono tornati giovani Adamo ed Eva!»". Dopo i pastori, Efrem fa accorrere anche alla grotta tre schiere di artigiani: agricoltori, vignaioli e carpentieri che col loro mestiere profetizzano di nuovo il mistero del bambino neonato: "Vennero gli agricoltori e si prostrarono di fronte all'agricoltore della vita… e profetizzarono: «Benedetto l'Agricoltore dal quale sarà lavorata la terra del cuore!»… Vennero i vignaioli e diedero gloria al germoglio spuntato dalla radice di Iesse, grappolo vergine della vigna assettata". Infine Efrem si trattiene in diverse strofe con la simbologia dei carpentieri: "Vennero i carpentieri a motivo di Giuseppe presso il figlio di Giuseppe: «Benedetto il tuo Figlio, il capo dei carpentieri, grazie al quale fu disegnata anche l'arca… Fabbrica un giogo leggero e dolce per coloro che lo portano»". Al raduno processionale verso la grotta, Efrem situa ancora i bambini, compagni di gioco di Cristo bimbo, e soprattutto testimoni della sua realtà messianica all'ingresso a Gerusalemme: "Gridarono i bambini: «Benedetto colui che ci fu fratello e compagno nelle strade. Benedetto il giorno nel quale, con rami, daremo gloria all'albero della vita che ha chinato la sua altezza verso la nostra fanciullezza»".
            La nascita del Verbo di Dio infine permette ad Efrem di mettere in parallelo la grotta di Betlemme con il paradiso di cui Adamo ed Eva erano stati cacciati: "Benedetto il clemente! Vedendo la lancia, presso il paradiso, sbarrare la strada verso l'albero della vita, venne a prendere un corpo che sarebbe stato colpito dalla lancia: mediante l'apertura del suo fianco egli avrebbe aperto la via dentro il paradiso… Adamo attese lui, poiché è lui il Signore del cherubino, e solo lui avrebbe potuto farlo entrare ed abitare sotto i rami dell'albero della vita".
            L’iconografia della festa riprende la disposizione che troviamo comune a tutta l’iconografia cristiana orientale ed occidentale per il mistero di Natale: il bambino nato, viene fasciato e collocato in un sepolcro; Maria sdraiata contempla il neonato. Giuseppe in un angolo, in atteggiamento pensante, guarda la scena nel dubbio. Nell’altro angolo due donne lavano il bambino in una basca che è un catino battesimale. Gli angeli, nella parte superiore dell’icona, annunciano la nascita di Cristo ai pastori e ai magi.

P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco
Roma
(©L'Osservatore Romano)



Quel bimbo che ringiovanisce
Adamo ed Eva

di Manuel Nin
L'anno liturgico siro-occidentale celebra la "nascita di nostro Signore nella carne" dal 25 dicembre al 5 gennaio, con due feste:  il 26 quella delle Congratulazioni alla Madre di Dio e il 1° la festa della Circoncisione del Signore. I diversi testi della festa sottolineano con immagini molto vive e contrastanti questo mistero del Verbo eterno di Dio, "il primo e l'ultimo, Dio e uomo, velato e manifesto; tu che mandi la pioggia e la rugiada sulla terra, adesso la figlia dell'uomo ti nutre con delle gocce di latte; tu che siedi su un trono di gloria e fai muovere tutte le cose, adesso gattoni a Betlemme come un bimbo".

Efrem il Siro, nella sua raccolta di inni sulla natività di Cristo, enumera, come in una processione davanti alla grotta di Betlemme, tutti coloro che coi loro doni annunciano i misteri della redenzione adoperata da Cristo stesso. I primi sono i pastori che "vennero a portare beni del gregge:  latte dolce, carne pura, belle lodi. Divisero e diedero:  a Giuseppe la carne, a Maria il latte, e al Figlio la lode. Portarono e offrirono un agnello da latte all'Agnello pasquale, un primo nato al Primogenito, un sacrificio al Sacrificio, un agnello transitorio all'Agnello vero".
Alla processione verso la grotta, Efrem fa accorrere anche giovani e vergini, anziani e vedove. E la presenza di tutte le schiere, specialmente di vedove e anziani, è collegata da Efrem ad Adamo ed Eva, invecchiati nell'attesa dell'adempimento delle promesse e rinnovati dalla nascita di Cristo:  "Gli anziani proclamavano:  Benedetto il bimbo che ha ringiovanito Adamo! Lui era triste al vedersi invecchiato e consunto. Benedetto il bimbo grazie al quale sono tornati giovani Adamo ed Eva!".
Alla grotta accorrono anche agricoltori, vignaioli e carpentieri che profetizzano il mistero del bambino neonato:  "Vennero gli agricoltori e si prostrarono di fronte all'agricoltore della vita e profetizzarono:  Benedetto l'Agricoltore dal quale sarà lavorata la terra del cuore! Vennero i vignaioli e diedero gloria al germoglio spuntato dalla radice di Iesse, grappolo vergine della vigna assetata. Vennero i carpentieri a motivo di Giuseppe presso il figlio di Giuseppe:  Benedetto il tuo Figlio, il capo dei carpentieri, grazie al quale fu disegnata anche l'arca. Fabbrica un giogo leggero e dolce per coloro che lo portano".
E intorno alla grotta si affollano anche i bambini, compagni di gioco di Cristo bimbo, e soprattutto testimoni della sua realtà messianica all'ingresso a Gerusalemme:  "Gridarono i bambini:  Benedetto colui che ci fu fratello e compagno nelle strade. Benedetto il giorno nel quale, con rami, daremo gloria all'albero della vita che ha chinato la sua altezza verso la nostra fanciullezza".
Nell'iconografia della festa, comune alle diverse tradizioni orientali e occidentali, il bambino nato viene fasciato e collocato in un sepolcro, Maria contempla il neonato, Giuseppe, in atteggiamento riflessivo, guarda la scena nel dubbio, due donne lavano il bambino in una vasca che rappresenta un catino battesimale e, in alto, gli angeli annunciano la nascita di Cristo ai pastori e ai magi.
P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco
Roma

(©L'Osservatore Romano)