Il Natale nella tradizione Siro Occidentale.
Benedetto il Bimbo
che ringiovanisce Adamo ed Eva!
L'anno
liturgico siro occidentale celebra la festa del Natale di Cristo, la “Nascita
di nostro Signore nella carne”, in un periodo liturgico vero e proprio che
inizia il 25 dicembre e si protrae fino al 5 gennaio, un periodo preparato
dalle sei domeniche degli Annunzi, e che ha una durata di due settimane con due
feste: quella delle Congratulazioni alla Madre di Dio il giorno 26 in cui, come
le altre tradizioni liturgiche orientali, e sempre nel giorno successivo a
tutte le altri grandi feste liturgiche, si celebra il personaggio umano
attraverso cui Dio porta a termine il suo mistero di salvezza; quindi la festa
della Circoncisione del Signore il 1 gennaio.
I testi dell’ufficiatura del Natale nella
tradizione siro occidentale sottolineano molto chiaramente la divino umanità
del bimbo nato a Betlemme, ed i testi biblici scelti nelle diverse ore indicano
la lettura in chiave cristologica che viene fatta sia dei salmi che delle pericope
bibliche. I salmi che troviamo nelle tre parti in cui si divide l’ufficiatura
notturna, sono dei salmi che la tradizione cristiana ha interpretato sempre in
riferimento a Cristo: salmi 2 e 44; salmi 46 e 71; salmi 88 e 94. Le letture
bibliche fatte nella terza parte del mattutino sono delle pericope anch’esse
chiaramente messianiche: Gen 21, la promessa ad Abramo e la nascita di Isacco;
1Sa 1: la nascita di Samuele; Is 7: la profezia dell’Emmanuele; Dn 2: la pietra
non tagliata da mano d’uomo; 1Gv 4,11: il Figlio mandato dal Padre come
Salvatore; Ga 4,1: il Figlio di Dio nato da donna. Le pericope evangeliche
nelle diverse ore, proclamano tutto il mistero della manifestazione del Figlio
e Verbo di Dio, e che troviamo anche rappresentato nell’icona della festa: al
vespro Gv 1: l’esistenza eterna del Verbo di Dio; Lc 2: la nascita di Cristo e
l’annuncio ai pastori, all’ufficiatura notturna; Mt 2: l’annuncio ai magi
all’ufficiatura del mattino; come in tutte le tradizioni orientali il mistero
della nascita e della manifestazione del Verbo di Dio va dalla sua nascita,
all’annuncio ai pastori, quindi a quello ai magi di Oriente. I diversi testi
della festa sottolineano con delle immagini molto vive e volutamente
contrastanti il mistero dell’incarnazione del Verbo eterno di Dio: “…il tuo
Figlio, il Primo e l’Ultimo, Dio ed uomo, velato e manifesto…”. “Tu che mandi
la pioggia e la rugiada sulla terra, adesso la figlia dell’uomo ti nutre con
delle gocce di latte…”; “…Tu che siedi su un trono di gloria e fai muovere
tutte le cose, adesso gattoni a Betlemme come un bimbo...”.
Efrem il
Siro, nella sua raccolta di inni sulla natività di Cristo enumera, come in
processione davanti alla grotta di Betlemme, tutti coloro che coi loro doni
annunciano i misteri della redenzione adoperata da Cristo stesso. I primi ad
accorrere a questa processione sono i pastori; essi "vennero a portare
beni del gregge: latte dolce, carne pura, belle lodi. Divisero e diedero: a
Giuseppe la carne, a Maria il latte, e al Figlio la lode". Quindi Efrem
accosta il mistero dell'offerta dei doni da parte dei pastori all'offerta di
Cristo stesso sulla croce: "Portarono ed offrirono un agnello da latte
all'Agnello pasquale, un primo nato al Primogenito, un sacrificio al Sacrificio,
un agnello transitorio all'Agnello vero…". Alla processione verso la
grotta, Efrem fa accorrere anche giovani e vergini, anziani e vedove: "…si
destarono le spose e si santificarono; le vergini e si fecero caste; anche le
fanciulle si resero pure…". E la presenza di tutte le schiere,
specialmente di vedove ed anziani, alla lode della grotta di Betlemme, Efrem la
collega con Adamo ed Eva, invecchiati nell'attesa dell'adempimento delle
promesse e rinnovati dalla nascita di Cristo: "Gli anziani proclamavano: «Benedetto
il bimbo che ha ringiovanito Adamo! Lui era triste al vedersi invecchiato e
consunto… Benedetto il bimbo grazie al quale sono tornati giovani Adamo ed
Eva!»". Dopo i pastori, Efrem fa accorrere anche alla grotta tre schiere
di artigiani: agricoltori, vignaioli e carpentieri che col loro mestiere
profetizzano di nuovo il mistero del bambino neonato: "Vennero gli
agricoltori e si prostrarono di fronte all'agricoltore della vita… e
profetizzarono: «Benedetto l'Agricoltore dal quale sarà lavorata la terra del
cuore!»… Vennero i vignaioli e diedero gloria al germoglio spuntato dalla
radice di Iesse, grappolo vergine della vigna assettata". Infine Efrem si
trattiene in diverse strofe con la simbologia dei carpentieri: "Vennero i
carpentieri a motivo di Giuseppe presso il figlio di Giuseppe: «Benedetto il
tuo Figlio, il capo dei carpentieri, grazie al quale fu disegnata anche l'arca…
Fabbrica un giogo leggero e dolce per coloro che lo portano»". Al raduno
processionale verso la grotta, Efrem situa ancora i bambini, compagni di gioco
di Cristo bimbo, e soprattutto testimoni della sua realtà messianica
all'ingresso a Gerusalemme: "Gridarono i bambini: «Benedetto colui che ci
fu fratello e compagno nelle strade. Benedetto il giorno nel quale, con rami,
daremo gloria all'albero della vita che ha chinato la sua altezza verso la
nostra fanciullezza»".
La nascita
del Verbo di Dio infine permette ad Efrem di mettere in parallelo la grotta di
Betlemme con il paradiso di cui Adamo ed Eva erano stati cacciati: "Benedetto
il clemente! Vedendo la lancia, presso il paradiso, sbarrare la strada verso
l'albero della vita, venne a prendere un corpo che sarebbe stato colpito dalla
lancia: mediante l'apertura del suo fianco egli avrebbe aperto la via dentro il
paradiso… Adamo attese lui, poiché è lui il Signore del cherubino, e solo lui
avrebbe potuto farlo entrare ed abitare sotto i rami dell'albero della vita".
L’iconografia
della festa riprende la disposizione che troviamo comune a tutta l’iconografia
cristiana orientale ed occidentale per il mistero di Natale: il bambino nato,
viene fasciato e collocato in un sepolcro; Maria sdraiata contempla il neonato.
Giuseppe in un angolo, in atteggiamento pensante, guarda la scena nel dubbio.
Nell’altro angolo due donne lavano il bambino in una basca che è un catino
battesimale. Gli angeli, nella parte superiore dell’icona, annunciano la
nascita di Cristo ai pastori e ai magi.
P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco
Roma
(©L'Osservatore
Romano)
Quel bimbo che ringiovanisce
Adamo ed Eva
Adamo ed Eva
di Manuel Nin
L'anno liturgico siro-occidentale
celebra la "nascita di nostro Signore nella carne" dal 25 dicembre al
5 gennaio, con due feste: il 26 quella delle Congratulazioni alla Madre
di Dio e il 1° la festa della Circoncisione del Signore. I diversi testi della
festa sottolineano con immagini molto vive e contrastanti questo mistero del
Verbo eterno di Dio, "il primo e l'ultimo, Dio e uomo, velato e manifesto;
tu che mandi la pioggia e la rugiada sulla terra, adesso la figlia dell'uomo ti
nutre con delle gocce di latte; tu che siedi su un trono di gloria e fai
muovere tutte le cose, adesso gattoni a Betlemme come un bimbo".
Efrem il Siro, nella sua raccolta di
inni sulla natività di Cristo, enumera, come in una processione davanti alla
grotta di Betlemme, tutti coloro che coi loro doni annunciano i misteri della
redenzione adoperata da Cristo stesso. I primi sono i pastori che "vennero
a portare beni del gregge: latte dolce, carne pura, belle lodi. Divisero
e diedero: a Giuseppe la carne, a Maria il latte, e al Figlio la lode.
Portarono e offrirono un agnello da latte all'Agnello pasquale, un primo nato
al Primogenito, un sacrificio al Sacrificio, un agnello transitorio all'Agnello
vero".
Alla processione verso la grotta,
Efrem fa accorrere anche giovani e vergini, anziani e vedove. E la presenza di
tutte le schiere, specialmente di vedove e anziani, è collegata da Efrem ad
Adamo ed Eva, invecchiati nell'attesa dell'adempimento delle promesse e
rinnovati dalla nascita di Cristo: "Gli anziani proclamavano:
Benedetto il bimbo che ha ringiovanito Adamo! Lui era triste al vedersi
invecchiato e consunto. Benedetto il bimbo grazie al quale sono tornati giovani
Adamo ed Eva!".
Alla grotta accorrono anche
agricoltori, vignaioli e carpentieri che profetizzano il mistero del bambino
neonato: "Vennero gli agricoltori e si prostrarono di fronte
all'agricoltore della vita e profetizzarono: Benedetto l'Agricoltore dal
quale sarà lavorata la terra del cuore! Vennero i vignaioli e diedero gloria al
germoglio spuntato dalla radice di Iesse, grappolo vergine della vigna
assetata. Vennero i carpentieri a motivo di Giuseppe presso il figlio di
Giuseppe: Benedetto il tuo Figlio, il capo dei carpentieri, grazie al
quale fu disegnata anche l'arca. Fabbrica un giogo leggero e dolce per coloro
che lo portano".
E intorno alla grotta si affollano
anche i bambini, compagni di gioco di Cristo bimbo, e soprattutto testimoni
della sua realtà messianica all'ingresso a Gerusalemme: "Gridarono i
bambini: Benedetto colui che ci fu fratello e compagno nelle strade.
Benedetto il giorno nel quale, con rami, daremo gloria all'albero della vita
che ha chinato la sua altezza verso la nostra fanciullezza".
Nell'iconografia della festa, comune
alle diverse tradizioni orientali e occidentali, il bambino nato viene fasciato
e collocato in un sepolcro, Maria contempla il neonato, Giuseppe, in
atteggiamento riflessivo, guarda la scena nel dubbio, due donne lavano il
bambino in una vasca che rappresenta un catino battesimale e, in alto, gli
angeli annunciano la nascita di Cristo ai pastori e ai magi.
P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco
Roma
(©L'Osservatore
Romano)