jueves, 14 de marzo de 2013


Tradizione liturgica armena.
Bibliografia.
Agagianian, G., Il concilio di Efeso e il culto della Madre di Dio nella Chiesa armena, in Mater Dei (1930) 87-96 ; Botte, B., Lre Lectionnaire arménien et la fete de la Theotokos à Jérusalem au V siècle, in Sacris Erudiri 2 (1949) 111-122 ; Conybeare, F.C., Rituale Armenorum, Clarendon Press, Oxford 1905; Gharib, G., Testi Mariani del Primo Millennio, 4. Padri ed altri autori orientali, Roma 1991, pp. 535-664; Hänggi, A.-Pahl, I., Prex Eucharistica. Textus e variis liturgiis antiquioribus selecti. Éditions Universitaires, Fribourg 1968, pp. 319-344 ; Issaverdenz, J., The Armenian Liturgy, Venice 1873; Lapostolest, M., Liturgie de la Messe Arménienne, Venise 1851; Renoux, A., Le Triduum Pascal dans le rire arménien et les himnes de la Grande Semaine, in L'economie du salut dans la liturgie, Conférences de Saint-Serge, XVII Semaine d'études liturgiques, BEL Subsidia 25, Roma 1982, pp. 169-218 ; Id., Les premières manifestations liturgiques du culte des saints en Arménie, in Saints et sainteté dans la liturgie, Conférences de Saint-Serge, XXXIII Semaine d'études liturgiques, BEL Subsidia 25, Roma 1987, pp. 291-304.

La Chiesa Armena è una Chiesa che ha una storia essa stessa ricca e allo stesso tempo molto complessa, molto perseguitata e sottomessa a continui stermini. A livello liturgico si può dire che la liturgia armena ricevete molto influsso dalla Chiesa di Gerusalemme e di quella di Cappadocia; è una liturgia, quindi, di tradizione siro-antiochena con influssi venuti dalla liturgia della Cappadocia. La Chiesa armena nel 506 durante il concilio di Dvin, condanna solennemente quello di Calcedonia e forma la terza gran Chiesa anti calcedoniana. L'Armenia era stata evangelizza­ta sia da missionari venuti dalle regioni di lingua siriaca, sia da missiona­ri venuti dall'Asia Minore di lingua greca -il più famoso di loro è san Gregorio l'Illuminatore. Nel 390, sotto il catolicos Sahag il Grande, si spezzano definitiva­mente i legami con la sede di Cesarea di Capadocia; il monaco Mesrob(360-440) crea l'alfabeto armeno e traduce i libri santi e gli scritti principa­li della tradizione patristica.

La Madre di Dio nell’anno liturgico armeno.
Il calendario liturgico armeno è assai complesso; parte da quello che si potrebbe chiamare un principio di immobilità, oppure, se si preferisce, dalla precedenza dei giorni settimanali sui giorni fissi del calendario. Ci sono tre giorni dedicati esclusiva­mente al mistero della salvezza: la domenica, in cui viene commemorata la risurrezione del Signore ed in cui si possono celebrare soltanto le grandi feste del Signore se cadono nel giorno di domenica -Teofania, Pasqua, Trasfigurazione, Esaltazione della Santa Croce- e quelle più importanti della Madre di Dio -8 settembre, 21 novembre e 9 dicembre; il mercoledì in cui viene commemorata l'annunciazione; il venerdì in cui viene commemorata la crocifis­sione. Le feste dei santi vengono commemorate solo negli altri giorni e soltanto fuori dei grandi periodi del ciclo liturgico: Quaresima-Pasqua-Pentecoste.
Ci sono 8 tempi liturgici del ciclo annuale mobile: 1. Teofania, che va dal 6 gennaio fino alla settima domenica prima di Pasqua. Nella decima domenica prima di Pasqua inizia il "Digiuno dei catecumeni", che è un periodo pre quaresi­male. 2. Quaresima, che va dalla settima domenica prima di Pasqua fino al Sabato Santo incluso. 3. Pentecoste, che va dalla Pasqua fino alla domenica di Pentecoste. 4. Avvento dello Spirito, che è il periodo che va dalla Pentecoste fino alla domenica della Trasfigurazione. 5. Tempo delle rose, che va dalla domenica della Trasfigura­zione fino all'Assunzione. 6. Tempo dell'Assunzione, che va dalla festa dell'Assunzio­ne -che viene celebrata la domenica più vicina al 15 agosto- fino all'Esaltazione della Santa Croce. 7. Tempo dell'Esaltazione della Santa Croce, che va dall'E­saltazione della Santa Croce -che viene celebrata la domenica più vicina al 14 settembre- fino alla quinta settimana prima di Natale. 8. Tempo di preparazione per il Natale, periodo di cinque settimane.
La letteratura armena ha delle omelie sulle feste della Madre di Dio e quindi questa è la sua letteratura mariana. Maria è invocata col titolo di Madre di Dio, e se ne celebra soprattutto la verginità, il parto immacolato e la divina maternità. Collegata quindi alle feste liturgiche, l’innologia liturgica armena va legata ai nomi di: Gregorio di Narek, Nerses il Grazioso e Nerses Lampron.
Troviamo della Madre di Dio nel calendario armeno le celebrazioni seguenti: 8 settembre che celebra la Natività della Madre di Dio; il 21 novembre, l’Ingresso della Madre di Dio nel Tempio; la Concezione di santa Anna il 9 dicembre; la celebrazione fatta insieme di Natale ed Epifania il giorno 6 gennaio; l’Incontro il 2 febbraio; l’Annunciazione il 25 marzo; la V Domenica dopo Pentecoste il ritrovamento della veste della Madre di Dio; Dormizione della Madre di Dio il 15 agosto.

La Madre di Dio nelle anafore armene.
Attualmente la liturgia armena ha un’unico formulario per la celebrazione della Liturgia eucaristica, conosciuta come “Liturgia di nostro santo Padre Gregorio l’Illuminatore”, e adopera un’unica anafora attribuita a sant’Atanasio di Alessandria; a livello manoscritto ci sono testimonianze di una decina di anafore.
Gli accenni alla Madre di Dio sono pochi, e sempre viene invocata come colei che intercede presso il suo Figlio Gesù Cristo. Nelle preghiere che il sacerdote fa ai piedi dell’altare Maria viene invocata come interceditrice. Nel contesto cristologico dell’inno, viene cantata nel testo O Unigenito, che abbiamo trovato sia nella tradizione bizantina sia in quella siro-occidentale. Infine nelle intercessioni delle anafore, viene commemorata coi titoli di Madre di Dio, semprevergine, santa.

P. Manuel Nin osb
Roma