La
Madre di Dio nelle Liturgie Orientali
Introduzione
Il senso mistagogico / catechetico della
liturgia viene sottolineato fortemente nelle liturgie dell'Oriente cristiano:
la liturgia è un maestro nella fede dei fedeli, essa è possiamo dire impregnata
di elementi che istruiscono i fedeli nelle verità della fede; per questo le liturgie
cristiane appartengono alla Chiesa, che la custodisce come patrimonio
intangibile. Questa dimensione mistagogico catechetica la troviamo nei testi
liturgici -sia quelli biblici che quelli eucologici-, nello stesso svolgimento
delle celebrazioni, nel ciclo liturgico ù, nell'iconografia,
nell'architettura.
Questa dimensione mistagogica la
raccoglie in modo speciale l’anno liturgico che, a partire della Pasqua come il
suo centro fa una mistagogia sul mistero di Dio Trinità, sulla cristologia,
sulla soteriologia, sulla mariologia. Non cerchiamo, però, una sistemazione in
questo sviluppo teologico del ciclo liturgico; piuttosto si tratta di un
progressivo entrare nella comprensione e nella contemplazione del mistero di
Dio: il misterioso amore del Dio eterno che si è manifestato per mezzo del suo
Figlio nello Spirito Santo nella creazione, nella redenzione, nella Chiesa. Lungo
il ciclo liturgico di qualsiasi Chiesa cristiana troviamo diverse feste e
diversi gradi nelle feste; tutte, inoltre, sottolineano qualche aspetto
teologico, tutte sono a modo suo una mistagogia per i fedeli, tutte sono anche
feste "teologiche": Pasqua e la Dormizione di Maria sottolineano l'aspetto
della risurrezione e della glorificazione; Natale e l'Annunciazione esplicitano
l'aspetto teandrico dell'Incarnazione, Epifania e Pentecoste sono delle feste
trinitarie.
L=amore e
la venerazione per la Madre di Dio è l=anima
della pietà delle Chiese cristiane, specialmente quelle di Oriente, ma anche
nell=Occidente,
è il cuore che vivifica la vita della comunità cristiana. L=Oriente
cristiano, fin dall=inizio,
ha contemplato la Vergine sempre inscindibilmente inserita nel mistero del
Verbo incarnato. Le Chiese di Oriente, rivolgendosi alla Madre di Dio, sanno di
rivolgersi insieme a Gesù Cristo, così anche come lo vediamo nell=iconografia
orientale -ed in quella occidentale almeno fino al XII sec.- che la Madre è
sempre accanto al Figlio: come Madre della tenerezza che mostra Colui che ci fa
presente la tenerezza di Dio stesso; oppure come Regina che ci porta al Re; o
ancora come Interceditrice presso il suo Figlio.
Tradizione
liturgica bizantina.
Bibliografia.
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Le diverse Chiese cristiane che rimasero
fedeli alla dottrina cristologica del concilio di Calcedonia (451), pian piano
entrarono sotto l'influsso liturgico della sede di Costantinopoli, e
diventarono quelle Chiese che verranno chiamate semplicemente “bizantine”. La
parola "bizantina" è un termine assai stretto, applicato ad una serie
di Chiese oggi sparse per tutto il mondo, che accettano i sette primi concili
ecumenici e celebrano un tipo comune di liturgia.
La storia dello sviluppo della liturgia
bizantina va legata alla stessa storia di Bizanzio nei suoi principali momenti:
I secoli di formazione e sviluppo imperiale e liturgico, IV-VI secolo; il
periodo pre iconoclasta, VI-VII secolo; .la crisi iconoclasta, VIII-IX secolo; periodo
post iconoclasta X-XII secolo; caduta di Costantinopoli nelle mani dei crociati
nel 1204, e dominio latino 1204-1261; caduta di Costantinopoli nel 1453.
La
Madre di Dio nell’anno liturgico bizantino.
L'anno liturgico bizantino è diviso in un
ciclo fisso di feste, in un ciclo mobile, quello pasquale, e in un ciclo
settimanale, quello dell'oktoichos, degli otto toni; ci sono nel ciclo
fisso e nel ciclo mobile le 12 grandi feste, sette del Signore: Esaltazione
della Santa Croce (14 settembre), Natale (25 dicembre), Epifania (6 gennaio),
Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Trasfigurazione (6 agosto) e cinque della Madre
di Dio: Natività della Madre di Dio (8 settembre), Ingresso nel Tempio (21 novembre),
Incontro (2 febbraio), Annunciazione (25 marzo), Dormizione (15 agosto).
Il ciclo liturgico bizantino è fortemente
segnato dall’aspetto cristologico. L'istituzione delle feste nel calendario
bizantino non avviene per caso; essa si sviluppa come una totalità attorno al
mistero pasquale di Cristo; la varietà delle feste: feste settimanali, feste
annuali, feste del Signore, feste della Madre di Dio, feste dei santi,
commemorazioni, sono nate e si sviluppano attorno ai misteri di Cristo. Qui
c'entra anche la dimensione temporale delle feste: queste non soltanto
commemorano un fatto, ma lo fanno attuale: Cristo non ci ha salvati soltanto
una volta, ma continua a salvarci: la Parola si incarna di nuovo per salvarci.
Quindi anche il carattere cristocentrico delle feste della Madre di Dio; i
titoli dati a Maria sono sempre in riferimento a Cristo: Colei che ha
concepito la Saggezza e il Verbo di Dio... colei che ha nutrito col suo latte
Colui che nutrisce l'universo... tabernacolo immacolato della vera luce...
libro vivente di Cristo, sigillato col sigillo dello Spirito... trono, palazzo
e sede del Re... Madre dell'Agnello e del Buon Pastore..., Madre di Dio (Theotokos).
Le feste dei santi anche sottolineano l'opera di Cristo nei suoi servi, la
configurazione di essi al loro modello. Tutte le feste bizantine, dunque, si
rifanno al mistero pasquale e hanno, quindi, un carattere soteriologico, in
riferimento all'Incarnazione di Cristo.
La Madre di Dio, oltre alle grandi feste
a data fissa già accennate, viene commemorata anche settimanalmente nel giorno
di mercoledì, ed ogni giorno nei diversi tropari theotokia in cui si
canta il mistero di Maria nell’economia della redenzione. Nel ciclo mobile
bizantino accenniamo in modo speciale al quinto sabato di Quaresima in cui
viene celebrato l’inno Akathistos, cànone bizantino che lungo 24 parti
canta la figura di Maria come Madre di Cristo Salvatore e Redentore.
Accenno anche ad un altro testo bizantino
alla Madre di Dio, la Paraclisis, che è un altro cànone che si canta in
diverse occasioni anche come ufficiatura e come preparazione alle grandi feste
della Madre di Dio. L=ufficiatura
della Paraclisis, dal termine greco che significa Asupplica@, Ainvocazione@, Aconsolazione@, è una
preghiera della tradizione bizantina indirizzata alla Madre di Dio, preghiera
che viene fatta nei monasteri, nelle parrocchie e anche dai singoli fedeli in
momenti speciali di difficoltà o malattia, o anche in determinati periodi dell=anno
liturgico, specialmente nella prima metà del mese di agosto, nella cosiddetta APiccola
Quaresima della Madre di Dio@, cioè
il periodo di 14 giorni che precede la solennità della Dormizione della Madre
di Dio. Sono arrivate fino a noi due formule della Paraclisis: il Piccolo
Cànone della Paraclisis, composto da un monaco di nome Teosterico all=inizio
del IX secolo; e poi il Grande Cànone della Paraclisis, composto all=inizio
del XIII secolo dall=imperatore
Teodoro II. C=è anche
un=altra
tradizione che attribuisce questo testo a San Giovanni Damasceno. L=ufficiatura
della Paraclisis ha come struttura quella del mattutino bizantino, con la
riduzione di alcune delle sue parti. L=Oriente
cristiano, fin dall=inizio,
ha contemplato la Vergine sempre inscindibilmente inserita nel mistero del
Verbo incarnato, nel mistero del suo Figlio. Questo lo si vede lungo le odi
della Paraclisis; nei titoli dati a Maria: Madre di Dio; Vergine; Madre del
Verbo incarnato; Vergine e Madre divina; titoli questi in rapporto alla sua
divina maternità, oppure altri titoli legati alla sua funzione, luogo, nel
mistero della redenzione: Potente interceditrice; baluardo inespugnabile; fonte
di misericordia; rifugio del mondo; causa di letizia; fonte di
incorruttibilità; torre di sicurezza; porta di penitenza. Maria, la Madre di
Dio, accanto al Verbo incarnato; Maria, la Madre di Dio, accanto anche al
mistero della Chiesa, al mistero dell=uomo.
La
Madre di Dio nelle anafore bizantine.
La tradizione liturgica bizantina usa in
modo abituale l’anafora di san Giovanni Crisostomo; poi dieci volte all’anno
quella di san Basilio. Alcune Chiese bizantine il giorno 23 ottobre adoperano
l’anafora di san Giacomo. Nella celebrazione della Divina Liturgia bizantina
troviamo tre momenti in cui viene commemorata in modo speciale la Madre di Dio.
In primo luogo nel rito della preparazione (protesi), nella disposizione del
pane sulla patena, una commemorazione con un frammento di pane viene collocata
alla destra dell’Agnello –il pane che verrà offerto nella celebrazione
eucaristica. Maria è commemorata come Regina vestita con manto d’oro
variopinto assisa alla destra dell’Agnello, del trono. Le altre
commemorazioni vengono poi collocate a sinistra dell’Agnello –i santi-, e sotto
–i vivi ed i defunti. In questa distribuzione l’icona risultante è quella
dell’intera Chiesa radunata attorno all’Agnello sacrificato, con Maria alla sua
destra. La seconda commemorazione della Madre di Dio è l’acclamazione dopo il
canto della prima antifona nella liturgia dei catecumeni: Per le preghiere
della Madre di Dio, Salvatore salvaci. Ancora in questa parte della
liturgia, l’inno O Unigenito che racchiude in se stesso tutti i misteri
della salvezza adoperati da Cristo, dà a Maria il titolo di Madre di Dio e
sempre vergine. La terza commemorazione della Madre di Dio è all’interno dell’anafora
al momento delle intercessioni, subito dopo l’epiclesi sui Santi Doni,
collegando la discesa dello Spirito Santo per la santificazione dei Doni con la
discesa nel seno di Maria all’Incarnazione del Verbo di Dio; il sacerdote
invoca: In modo particolare per la Santissima, Immacolata, benedetta,
gloriosa Signora nostra la Madre di Dio e sempre Vergine Maria. Inoltre a
questi tre momenti, in ognuna delle litanie diaconali viene introdotta prima
della conclusione dossologia una commemorazione della Madre di Dio.
Nell’anafora di san Basilio, nell’orazione dopo il Santo e prima della
narrazione dell’istituzione, nell’enumerazione dei fatti di salvezza troviamo due
riferimenti a Maria come semprevergine da cui si incarnò e nacque il
Verbo di Dio. Nell’anafora di san Giacomo, nell’orazione dopo il Santo, sempre
nel contesto della narrazione dei fatti di salvezza adoperati da Dio in Cristo,
troviamo un riferimento a Cristo Signore nostro e Figlio di Dio… che discese
dai cieli e s’incarnò dallo Spirito Santo e da Maria sempre vergine e Madre di
Dio. Alla fine della stessa anafora, e prima delle commemorazioni dei santi
e dei defunti, il sacerdote per introdurre la commemorazione di Maria si serve
del testo del vangelo di Luca: Ave, piena di grazia, il Signore è con te, tu
sei benedetta tra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai
generato il Salvatore delle nostre anime; e riprende il testo comune con le
altre due anafore: In modo particolare per la Santissima.
Arch. P. Manuel Nin
osb
Rettore
Pontificio
Collegio Greco
Roma