miércoles, 13 de febrero de 2013


Tradizione liturgica siro-orientale.
Bibliografia.
Alichoran, F., Missel Chaldéen, Paris 1982; Bedjan, P., (Ed.), Breviarium Chaldaicum iuxta Syrorum orientalium id est Chaldaeorum, Roma 1938; Carr, E., The liturgical year in the syriac churches: adaptation to different ecclesial-liturgical ambients, in L'adattamento culturale della liturgia, metodi e modelli. Studia Anselmiana 113, Roma 1993, pp. 47-59 ; Dalmais, I-H., Mémoire et vénération des saints dans les Églises de traditions syriennes, in Saints et sainteté dans la liturgie, BEL subsidia 40, Roma, 1987, pp. 79-92 ; Gharib, G., Testi Mariani del Primo Millennio, 4. Padri ed altri autori orientali, Roma 1991, pp. 311-440; Hänggi, A.-Pahl, I., Prex Eucharistica. Textus e variis liturgiis antiquioribus selecti. Éditions Universitaires, Fribourg 1968, pp. 374-404 ; Mateos, J., Lelya-Sapra. Les offices chaldéens de la nuit et du matin, OCA 156, Roma 1972; Nin, M. Ciclo liturgico della Chiesa Siro‑Malabarese. In P. Pallath (a cura di) La liturgia eucaristica della Chiesa Siro‑Malabarese, Quaderni di Rivista Liturgica 1, Edizioni Messaggero di Padova, Padova 2000, pp. 139‑149; Tisserant, E., art. Nestorienne (Église), XII, La liturgie des Églises Nestorienne et Chaldéenne, in DTC 11 (1931) 314-323 ; Yousif, P. (Ed.) La bibliographie classifiee de la liturgie syrienne orientale Mar Thoma Yogam/The St Thomas Christian Fellowship. Roma 1990.

Vengono chiamate Chiese Siro orientali quelle comunità cristiane situate nella Persia e nella Mesopotamia, eredi della tradizione esegetica e teologica della sede patriarcale di Antiochia. Il nome di "nestoriane" veniva loro dato dalle altre Chiese cristiane in tanto che questa Chiesa propone una formula di fede in cui vengono citati come maestri autori come Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia che dalle Chiese dell'Impero erano considerati come i maestri di Nestorio. Rifiuta il concilio di Efeso (431) ed è la prima che si stacca dalla Chiesa Imperiale. La fondazione di questa Chiesa rissale probabilmente verso l'inizio del secondo secolo, ma lo sviluppo principale si colloca sotto il dominio dei sassanidi all'inizio del terzo secolo -fu un'epoca di grande sviluppo ma anche di grandi persecuzioni per questa Chiesa-, fino alle invasioni arabe verso 632. La sede metropolitana di questa Chiesa è prima Antiochia e, dopo la rottura che va dalla fine del IV sec. Alla prima metà del V sec., diventa Seleucia-Ctesifonte. Fu una Chiesa con uno slancio missionario molto spicco, e i missionari di questa Chiesa arrivaro­no senz'altro fino all'India ed in Cina. Per quanto riguarda la produzione letteraria di questa tradizione ecclesiale, i secoli III-IV hanno gli stessi autori della tradizione siro occidentale: Afraate, Efrem. Dopo la prima metà del V secolo, con l’affermazione dell’indirizzo prettamente antiocheno sia a livello esegetico che cristologico, troviamo autori come Ibas (+457), Narsai (+503). Dopo le invasioni del VII secolo si sviluppa un’importante letteratura siro orientale con nomi come: Abramo di Natpar, Giuseppe Hazzaya, Martyrios (Sahdona), Isacco di Ninive. Il centro culturale iniziale della Chiesa e, dunque, della liturgia siro-orientale fu la città di Edessa, asse della cultura semitico cristiana che si aprì verso la Persia e arrivò fino all'India; Edessa fu la sede di una importantissima scuola teologi­ca, di cui Sant'Efrem sarà uno dei nomi più rilevanti. Il centro ecclesiastico più importante, sopratutto dopo la caduta di Edessa in mani dei persiani nel 363, fu Seleucia-Ctesifonte, città situata accanto al fiume Tigri. Ci troviamo con una liturgia dal volto fortemente semitico, che ha avuto un influsso assai debole da parte ellenistica.
La liturgia siro-orientale può considerarsi come una liturgia che ha il suo origine remoto nel ramo siro-antiocheno, benché tappe di allontanamento dalla sede patriarcale di Antiochia portano questa famiglia liturgica ad un'evoluzione per conto proprio. Possiamo conoscere le diverse tappe dell'evoluzione della liturgia siro-orientale a partire specialmente di due fonti che sono: per i primi secoli i commenti alla liturgia che troviamo in area siro-orientale, e per i secoli posteriori i diversi manoscritti -e più tardi le diverse edizioni- che ci trasmettono il testo dell'eucaristia, degli altri sacramenti oppure dell'ufficiatura. Tra i principali commentatori della liturgia siro-orientale, accenno soltanto alcuni nomi: Teodoro di Mopsuestia (+428), autore di un importante corpus di Omelie Catechetiche in cui viene commentata anche la celebrazione eucaristica; Narsai di Edessa (V sec.) autore di una serie di Omelie Metriche di un grande contenuto teologico e liturgico; Gabriele Qatraia (VII sec.) autore di una spiegazione simbolica della celebrazione eucaristica, e che offre delle buone informazioni liturgiche; Pseudo Giorgio di Arbela (IX-X sec.) autore anche di un commento simbolicamente molto sviluppato alla liturgia. Troviamo nella storia della liturgia siro-orientale tre tappe importanti di evoluzione liturgica: a) La riforma del "catolicos" Isho'yahb III (650-658), che promuove l'unificazione di diversi riti della Chiesa siro-orientale. Fa specialmente una codificazione dell'ufficiatura, prende quasi unicamente le grandi ore: vespri, vigilie e lodi, e le altre ore le lascia per i monasteri a cui permette anche di adattare le vigilie con una distribuzione salmica più adatta alle loro abitudini. b) La riforma di Elia II (1176-1190) che arricchisce l'ufficiatura con una serie di preghiere fatte dopo ognuno dei salmi o dei gruppi dei salmi. c) La riforma di Yahballaha (1190-1223)che raggruppa il cosiddetto Gazza -tesoro-, che è una raccolta di inni liturgici.

Maria nell’anno liturgico siro-orientale.
Il ciclo liturgico siro orientale è formato da nove periodi: 1 Subbara (Annunciazione), che comprende le quattro domeniche con cui inizia il ciclo liturgico: Annunciazione della nascita di Giovani Battista; annunciazione della nascita di Cristo; nascita di Giovanni Battista e nascita di Cristo. In questo tempo vengono contemplati i due annunci e le due nascite, di Giovanni e di Gesù. Tra il Subbara e il Denha c'è la festa del 25 dicembre, Natale, e il 26 la festa delle Congratulazioni alla Vergine Maria. 2 Denha (Manifestazione), periodo che dura tra 4 e 9 settimane a partire del 6 gennaio. Alla fine di questo tempo troviamo il periodo chiamato delle "Rogazioni di Ninive" oppure dei "Ninivi­ti", che è una pre quaresima con la durata di 20 giorni. 3 Sauma (Digiuno), periodo che comprende sette settimane di digiuno a partire di lunedì primo fino alla Settimana Santa. 4 Qyamta (Risurrezione), che comprende sette domeniche fino alla Pentecoste; il giovedì della sesta settimana si celebra la festa dell'Ascensione. 5 Shlihe (Apostoli), che comprende sette domeniche a partire dalla Pentecoste. 6 Qayta (Estate), periodo di sette domeniche, a partire della settima dopo Penteco­ste. 7 Eliyya (Elia), periodo di 6 oppure 7 domeniche. 8 Moshe (Mosè), periodo che può comprendere tra 1, 4 oppure 7 domeniche, fino alla prima domenica della Dedicazione. 9 Quddash'edta (Dedicazione della Chiesa); è un periodo che comprende quattro domeniche, dall'ottava prima di Natale. È un tempo in cui viene commemorata la Chiesa come comunità dei fedeli che si raduna per pregare, che è comunità dedicata a Dio, comunità offerta da Cristo al Padre come porzione scelta e dedicata.
La figura della Vergine Maria, nella tradizione siro orientale è meno presente che in quella occidentale; pur rifiutando il titolo di “Madre di Dio” a Maria, essa viene invocata come Madre di Cristo. Con un ciclo di feste mariane piuttosto ridotto. Più che feste speciali dedicate a Maria, essa viene venerata all’interno dell’anno liturgico, a cominciare dal periodo del Subbara; in esso, specialmente nella seconda e la quarta delle domeniche Maria viene venerata come madre del Messia, vergine da cui nasce il Cristo. Il giorno 26 dicembre o il venerdì dopo Natale troviamo la celebrazione delle congratulazione alla Vergine Maria, celebrandone soprattutto la sua maternità verginale. Tre feste di origine agricola troviamo in questa tradizione, allo stesso modo che le troviamo nella tradizione siro occidentale: il giorno 15 dei mesi di gennaio “nostra Signora delle sementi”, maggio “nostra Signora delle spighe”, e agosto “nostra Signora delle vigne”. Il giorno 15 agosto inoltre si celebra il Transito di Maria, come festa della sua glorificazione in cielo.
La Chiesa siro orientale cattolica ha introdotto inoltre nel calendario le feste dell’8 settembre, nascita della Madre di Dio; 8 dicembre, l’Immacolata concezione; il 25 marzo, l’Annunciazione; il 2 giugno, la Visitazione; il 2 febbraio, la Presentazione di Gesù al tempio.

Maria nelle anafore siro-orientali.
La liturgia siro-orientale si serve di tre anafore attribuite a Teodoro di Mopsuestia, Nestorio e Addai e Mari. In riferimento a Maria essa viene invocata nella narrazione dopo il Santo, come la Vergine santa in cui Dio Verbo si è rivestito della nostra umanità, il corpo mortale, l’anima razionale e intelligente ed immortale, per la potenza dello Spirito Santo (anafora di Teodoro di Mopsuestia). L’anafora di Nestorio, nella narrazione dopo il Santo, accenna al Dio Verbo nato (fatto) da donna. Nell’anafora di Addai e Mari, una delle anafore cristiane più arcaiche, troviamo soltanto un riferimento al Verbo di Dio nato da donna, nella preghiera dopo il Santo, e nelle intercessioni prima della conclusione dell’anafora l’accenno a Maria santa e sempre vergine, su cui Dio ha effuso la sua grazia. 



P. Manuel Nin osb
Roma